E' il Corso professionale della Academy, riservato ai Performer scelti dal M°Ermanno Croce e dal M°Domenico Primotici, per creare artisti consapevoli che vogliono fare di un sogno una professione.
Il Corso prevede due appuntamenti mensili, sabato e domenica, con frequenza tassativa ( il secondo facoltativo per gli allievi che non vivono nella Regione Marche) . Inoltre ci sono delle date riservate alla preparazione dei vari spettacoli che l'Academy porta in scena durante tutto l'anno, con un calendario ben definito.
Gli allievi seguiranno quindi una preparazione importante che gli consentirà nel biennio di ricevere il certificato internazionale rilasciato dal Consiglio Internazionale della Danza di Parigi.
Per partecipare bisogna ricevere invito, che dovrà essere confermato entro 7 giorni dal ricevimento dell'invito.
Il corso prevede una serie di spettacoli in Teatro per gli allievi partecipanti, che si esibiranno nello spettacolo Ciao Lucio Musical tributo, nello spettacolo Musical Mania, oltre ad esibirsi a tema in ogni opportunità artistica che sarà proposta alla CID Academy Company.
La quota associativa d'iscrizione è di euro 230, da pagare entro il 30 giugno.
La quota mensile del corso è di euro 190 al mese, da settembre a Giugno e deve essere versata entro il 5 di ogni mese.
La frequenza al corso è tassativa, salvo permessi del Direttore Artistico che giustifichino l'assenza.
E' tassativo indossare la Divisa Accademica, per ogni appuntamento .
E' tassativa la puntualità nel rispetto di ogni appuntamento.
Il Direttore Artistico
M°Ermanno Croce
Obiettivi formativi per il raggiungimento dei risultati di apprendimento previsti nella Scheda
Il corso si propone di fornire allo studente le competenze necessarie alla piena comprensione della sua esistenza artistica, della potenzialità emotiva e fisica, dell'esistere in quanto emozione. Il primo modulo (modulo di base) introduce lo studente agli studi usando una serie di esercitazioni logiche che gradino dopo gradino portano alla totale consapevolezza dei propri mezzi. Il secondo modulo si prefigge di fornire una sperimentazione d'insieme delle varie tecniche acquisite, delle sensazioni che ne derivano sul palco.
Obiettivi formativi del corso:
a) acquisire consapevolezza nei propri mezzi
b) sperimentare le verità acquisite
c) usare sul palco il proprio essere arti
SIAMO UN CORPO E QUALCOS’ALTRO In una dimensione fatta di spazio e tempo, che chiamiamo universo noi abbiamo la coscienza di esistere in quanto corpo, ci rendiamo conto di occupare uno spazio, ci rendiamo conto che passa il tempo…e poi? Poi se vogliamo trovare la verità dobbiamo partire proprio da queste due tangibili certezze e cercare una dopo l’altra le successive, partendo dalla logica grazie alla quale ogni cosa è vera se lo è in modo universale, se ci accomuna tutti, altrimenti è una illusione, un parere, una menzogna. Per cui da ricercatore del vero devi segnarti verità dopo verità le tue scoperte, gradino dopo gradino, costruendo il tuo percorso d’evoluzione, partendo da zero, cancellando quello che già sai, quello che ti hanno detto, quello che hai letto, da puro ricercatore che non si fida di profeti o di nozioni, ma soltanto di quello che scopre, verità dopo verità. PRIMA VERITA’ – Sei materia che chiameremo corpo . Quindi nasci ora e la prima cosa che avverti è che sei materia, hai due braccia, due gambe, e tutto quello che chiameremo corpo, occupi uno spazio, ti accorgi che intorno a te c’è una cosa che chiameremo mondo fatta di tante cose diverse, che come te occupano uno spazio. Quindi la prima verità è che sei una materia che chiameremo corpo che esiste con intorno tante altre materie che per comodità e convenzione chiamiamo terra, aria, acqua, casa, albero, prato e così via. Ti accorgi che oltre a tutte le materie che via via scopri c’è una seconda variante che fa si che le cose cambiano intorno a te, i fiori sbocciano e si richiudono, il sole sorge e tramonta, la marea cresce e scende, per cui scopri una SECONDA VERITA’ – In questa dimensione esiste il tempo Quindi nasci in un dato tempo e la tua vita da corpo avrà un percorso scandito da istanti che iniziano e finiscono in questa dimensione che è quindi regolata dallo spazio e dal tempo. Per cui, dopo aver verificato che in questa dimensione tutto quello che è materiale vive il tempo, trovo la TERZA VERITA’ – Questa è la dimensione dello spazio tempo Ovviamente mentre ci rendiamo conto di queste verità ne scopriamo molte altre, per esempio possiamo muoverci, scopriamo le potenzialità e i limiti del nostro essere materia, possiamo correre e per volare…Ci organizziamo fino a capire che non possiamo andare più in là di qualcosa che chiameremo salto…. Insomma, scopriamo tutte le funzioni e i funzionamenti del nostro corpo e tutte le cose legate allo stesso, come il dolore, la stanchezza, il trauma, le sue possibilità di guarire, gli effetti di quello che provoca il freddo e il caldo… Così mi approprio di tante altre verità, provo la fame, mangio e mi accorgo che trasformo il cibo in qualche altra cosa… Mi evolvo…ad ogni domanda trovo una risposta e la segno nella mia scheda di evoluzione…così faccio la mia prima grande ipotesi: per ogni domanda esiste una risposta e per evolvermi devo trovarle…. Poi arriva un istante dove il sole che sta calando si specchia sul mare diffondendo una luce rossa velata da una nube che si colora…ed io provo una fitta che mi prende allo stomaco e sale lungo la gola con un sapore tiepido di fragile sensazione di malessere che mi provoca una grande voglia di piangere lacrime calde ed inattese…che cos’è? in quale parte del corpo sto vivendo questa cosa?
Esistono delle regole fondamentali per vivere il palcoscenico. 1. La scena inizia prima di entrare sul palco: il personaggio che vivi devi sentirlo già da prima del tuo ingresso sul palco; 2. Sul palco accade quello che il pubblico vede, non quello che tu pensi di fare: devi imparare a sentirti nei tuoi movimenti e nel tuo esistere, questo non è facile se non ti alleni a guardarti, usando riprese fatte durante le prove del tuo personaggio; 3. Il palcoscenico ha 8 punti cardine, che iniziano con il centro palco del fondo con il n° 1, l’angolo del fondo a sinistra che è il n° 2, il centro lato sinistra che è il n° 3, l’angolo a sinistra fronte pubblico che è il n° 4, il centro palco fronte pubblico che è il n° 5, l’angolo destro fronte pubblico che è il n° 6, il centro lato destra che è il n° 7, l’angolo del fondo destra che è il n° 8. Sul palco tutto è un intreccio di triangoli e si va in scena in diagonale; 4. Sul palco non si sta mai fronte pubblico, tranne che non sia una esigenza di regia; 5. La diagonale permette a tutti coloro che sono in a di essere visibili e consente alla scena di essere leggibile; 6. In scena i movimenti sono piccoli e intensi, i grandi movimenti difficilmente sono armonici e creano una sensazione sgradevole; 7. Il nostro cervello è abituato a vivere in una dimensione a 360 gradi, dobbiamo allenarci molto per acquisire i movimenti in diagonale; 8. Dobbiamo imparare a sentire i nostri movimenti e quelli degli altri, per questo ci alleneremo a stare bendati sul palco, per imparare a sentire quello che non vediamo; 9. Sul palco siamo un solo artista, qualsiasi disarmonia rovina il lavoro di tutti; 10.Il palco ha la sua musica, soprattutto quando c’è il silenzio, esiste un tempo di scena che detta l’intensità dei movimenti; 11.Il tempo di scena è uno e uno solo, può essere raddoppiato o rallentato, ma sempre lo stesso tempo rimane; 12.Ogni palco ha una dimensione, ma la tua scena deve mantenere le sue misure emotive anche in palchi più grandi o piccoli, sei tu che devi essere capace a trovare i movimenti giusti; 13.Le cose importanti non sono mai recitate in movimento, ma da fermo; 14.Sul palco non ci si tocca, tranne che in pochissime occasioni;
I NOSTRI MEZZI: Abbiamo visto come la nostra essenza in questa vita sia scandita dalla doppia essenza materiale ed emotiva, in questa lezione andremo ad approfondire i mezzi che abbiamo a disposizione per esprimerci. La prima cosa che dobbiamo fare è decidere di gettare la maschera di voler sembrare quello che non siamo, dobbiamo decidere di essere da subito noi stessi, con tutte le cose che non ci piacciono, tutte le cose che ci spaventano e gettarci a capofitto senza temere le conseguenze alla ricerca del vero noi stesso. Dobbiamo sperimentare tutto quanto serve alla guerra contro la nostra parte peggiore, apprezzando ogni errore che ci porti poi all’esperienza che, gradino dopo gradino, ci porti alla soluzione. Per essere eroi bisogna vivere tutte le sfaccettature del vigliacco, altrimenti saremo sempre una incompiuta che vive il “potevo essere e non sono”. Un artista sa che la paura è un grido di battaglia, un’illusione che non esiste, per cui... Diamoci da fare. NON MI RIESCE – NON ESISTE Avrai sentito dire e avrai detto milioni di volte “Non mi riesce” senza averci provato, perché sconfitto da te stesso e dal tuo cervello, prima ancora di aver lottato. Il più grande nemico che hai è la tua parte peggiore, la tua normalità, il nostro vivere come se fossimo un corpo nel quale il nostro istinto è stato rinchiuso sotto i bisogni materiali, le delusioni, le brutte esperienze, le ferite, le frasi del tipo: “Stai zitto”, “Ma cosa vuoi fare che non sei capace”; e i “Non ti riuscirà mai” che ti hanno fatto sentire giudicato insieme alla vergogna che ti ha bloccato. Tu non sei un corpo, sei una emozione, sei qualcosa di unico e irripetibile, come te non c’è nessuno, sei una cosa rara, con i tuoi misteri e le tue particolarità che nessuno possiede. Per questo devi venire fuori dal torpore con la tua consapevolezza, devi ritrovare te stesso a 360 gradi. Non sei un corpo ma devi usare il corpo come fa un musicista con il suo strumento, trovando il limite del suono fin dove diventa sgradevole, così come il movimento del volto che racconta malinconia. IO SBAGLIO FINO A CHE NON DIVENTO ESPERTO DEI MIEI ERRORI Seguiremo questo semplice schema: 1- Il mio corpo deve essere assolutamente in forma, devo avere la possibilità di usare i miei muscoli, per cui devo fare attenzione alla mia alimentazione ed essere allenato con 2 ore al giorno di esercizio fisico. 2- Trovo i miei limiti fisici, sento la differenza tra quello che il mio cervello mi indica come limite dovuto alla fatica, al dolore, alla stanchezza e sperimento quanto la mia forza di volontà possa spostare questo limite, ovviamente con esercizi mirati. 3- Decido uno stato emotivo, lo cerco nel mio vissuto, richiamo quel frame, cerco di riprodurre i movimenti di quella emozione, li codifico, ne cerco altri, li sperimento, lo recito, lo butto via, divento esperto dei miei errori, lo vivo. 4- La mia regola è che niente di quello che faccio deve durare più di 5 secondi 5- Per fare tutto questo decido di usare la mia parte migliore che non ha limiti Per cui ogni stato emotivo deve essere affrontato in questo modo: stato emotivo – ricordo emotivo – trovo i movimenti sbagliando fino a sfinirmi - li recito – codifico - mi sento – lo so fare in cento modi diversi istintivamente.